Archivio del May, 2011
Peso el tacon del buso
Uno dei motivi per cui va fatto il museo della Città a Castel San Pietro è mettere ordine e ridare visibilità a molti documenti su Verona che ora giacciono polverosi dentro ai magazzini del Comune.
Alcuni di questi sono stati riportati alla luce ed esposti nella Mostra del Risorgimento aperta all'Arsenale. Solo che, nella fretta dell'allestimento, i curatori della Mostra hanno portato nella sala di esposizione anche la statua di Alberto da Giussano, il condottiero lombardo alla battaglia di Legnano del 1176 (700 anni prima del Risorgimento!).
Accortisi tardi dell'errore, i curatori della Mostra hanno inserito una targa per spiegare che… insomma, tutto sommato, si fa per dire…Alberto da Giussano venne citato in un discorso di Garibaldi (!). Fosse anche vero, cosa c'entri la statua di Alberto da Giussano nella mostra del Risorgimento veronese rimane un mistero spiegabile solo con una banale svista alla quale i curatori non hanno voluto porre rimedio. Gli Storici, si sa, ammettono raramente i propri abbagli: siamo però certi che mai si piegherebbero a volgari strumentalizzazioni politiche. Nel caso specifico i curatori non si sono certo fatti influenzare dalla Lega che ha in Alberto da Giussano il proprio simbolo politico. Ci giurerei.
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L'ex assessore comunale Silvano Zavetti perplesso davanti alla statua di Alberto da Giussano all'Arsenale. |
Resta il fatto che mettendo la targa invece di togliere la statua, i curatori hanno fatto 'peso el tacon del buso' come si dice a Verona, e stanno facendo ridere tutta la città!
Promuoviamo il Museo della Città a Castel San Pietro!
Nella conferenza stampa del 26 maggio Massimo De Battisti con Mauro de Robertis e Umberto Toffalini del Partito Socialista ha lanciato la proposta di realizzare il Museo della Città a Castel San Pietro. Facendo seguito alla conferenza stampa De Robertis ha presentato e fatto approvare dalla Giunta un Ordine del Giorno in sede di discussione del Bilancio. L'Ordine del Giorno prevede lo stanziamento di 50.000 € per lo studio di fattibilità del Museo della Città di Verona. Ora l'Ordine del Giorno dovrà tornare in Giunta, ma un primo passo è stato fatto.
Ecco una sintesi degli argomenti a favore del Museo:
- Che cos’è un museo della città?
E’ una istituzione che promuove la conoscenza e la visualizzazione dello sviluppo economico , culturale e civile di una comunità cittadina attraverso documenti, testimonianze, opere d’arte e reperti storici significativi per illustrare il formarsi della città nelle sue tappe fondamentali.
- Perché a Verona?
A Verona manca un museo che illustri il percorso della sua storia bi-millenaria a partire dalle origini pre-romane. Tanto più è necessario nella nostra città perché Verona – a differenza di altre città del Nord (e forse esclusa solo Roma) – ha una presenza strategica in tutte le epoche storiche: da Roma al Medioevo, dalle Signorie al Rinascimento, dal Risorgimento ai nostri giorni.
- A cosa serve un museo della città
- alla celebrazione di un'identità comune, il senso delle proprie radici e la valorizzazione delle diverse tradizioni che hanno contribuito al suo sviluppo
- come punto di partenza per la scoperta della città, in modo da invitare i visitatori a guardare con occhi nuovi, più informati e più disponibili, quanto incontreranno nella loro visita a Verona
- come centro di raccolta, di conservazione e di esposizione di tutte le testimonianze storico artistiche riferite alla città. I vari fondi e raccolte ora dispersi in molte sedi (e nei magazzini) troverebbero qui la collocazione ideale e unitaria
- come centro promotore di iniziative che partendo anche dalla storia urbanistica ed economica di Verona possano indicare la direzione di sviluppo della città futura
- Perché a Castel San Pietro?
Si tratta del luogo ideale sia per la sua collocazione nei luoghi dove nacquero i primi insediamenti, sia per la continuità fisica ed ideale col museo archeologico del Teatro Romano, sia per l’eccezionale posizione dominante su tutto l’insediamento urbano. Se a questo si aggiunge il recupero della funicolare…
- A chi potrebbe interessare?
Ai turisti per avere un’immagine unitaria della storia della città, agli studenti per conoscere direttamente le fasi della stioria di Verona, ai cittadini per riscoprire le radici della propria comunità
- Quali sono gli esempi cui riferirsi?
Tra le città confinanti Brescia ha un museo cittadino (santa Giulia) che parte da Roma e dalle testimonianze longobarde per arrivare fino alla dominazione veneziana. A Mantova il Museo della Città (Palazzo San Sebastiano) presenta un importante nucleo di opere, appartenenti alle Collezioni Civiche che formavano l’ottocentesco Museo Patrio, che racconta i momenti più emblematici della storia di Mantova. I due musei organizzano periodicamente mostre temporanee che illustrano vari aspetti e eventi della storia cittadina. Ma ci sono musei della città nelle principali mete turistiche: Parigi, Londra, Amsterdam, Madrid, Praga, Roma (Palazzo Braschi), Rimini, Ancona, Bologna (di prossima apertura a cura della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna).
Profumo di carta – Breve reportage dal Salone del Libro
I 'Libridinosi' di tutta Italia si sono ritrovati al Salone del Libro, al Lingotto di Torino.
Partiamo dalla città sabauda, polverosa da decenni, che si è totalmente rinnovata in questi ultimi anni (onore a Chiamparino che se ne va). Le 2 Stazioni storiche (Porta Susa e Porta Nuova) restaurate con marmi e acciaio, un centro città con monumenti rimessi all'antico splendore e una metropolitana di ultima generazione. La prima che ho visto con una gabbia di vetro che protegge i viaggiatori dal treno in arrivo.
E poi, il Salone: una enorme libreria open space diffusa su 3 padiglioni con grandi, piccoli e piccolissimi editori che non si sa per quale miracolo riescono a sopravvivere. Anche perchè sono totalmente a-commerciali. Se ti fermi davanti al minuscolo stand per chiedere informazioni su un autore o libro sono capaci di tenerti delle ore, perdendo ovviamente tutti gli altri clienti. Passione pura, assoluta e straordinaria capacità di resistenza.
Poi libri, libri e libri. Tutti eravamo carichi di cataloghi che forse non leggeremo mai, a camminare come forzati alle piramidi sotto il peso della carta. Va detto che quest'ultima ha vinto ancora, nonostante e-book e audiolibri che – almeno qui – non sembrano sfondare. Chi vuol provare a sfogliare un e-book può scaricarsi gratis 'La coscienza di Zeno' dal sito www.biblet.it. C'erano anche altre innovazioni divertenti come la possibilità di inviarsi direttamente una propria foto inquadrati da schermi multimediali, oppure la facoltà di votare elettronicamente il proprio libro del cuore.
Non sono mancate le polemiche – come è giusto che sia – per la scelta dei 150 libri più importanti della storia d'Italia (presenti all'OVAL il nuovo padiglione) o per lo scarso spazio dedicato all'editoria cattolica. Ma tutto va bene purchè il libro viva!
Foto dal Salone
Borgo Trento ieri e oggi
Nella prima metà del Novecento, la realizzazione dell’Ospedale di Borgo Trento durò moltissimi anni per innumerevoli difficoltà, controversie e lungaggini nonostante che a dirigere i lavori conclusivi ci fossero i fascisti (che si vantavano di saper unire pensiero ed azione come i nostri verdi).
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Quando gli ospedali si facevano fuori città: l'Ospedale di Borgo Trento negli anni'30. |
Anche il moderno “Nuovo Polo Chirurgico Confortini” non è stato da meno quanto a lungaggini. Seppure affidato nelle (in)capaci mani dei cosiddetti “tecnici”, ci sono voluti 13 anni per vederlo in funzione e già dimostra tutte le magagne interne e esterne che erano state peraltro già evidenziate ancora prima che l’opera avesse inizio. Soldi pubblici spesi malissimo……
Tornando al Novecento, Valeria Rainoldi, giovane e valente ricercatrice veronese, ha presentato presso l’Istituto Veronese di Storia della Resistenza e dell’Età contemporanea “L’Ospedale dei veronesi a Borgo Trento. Dall’Ospedale infantile Alessandri al Nuovo centro ospedaliero (1899-1945)”, un lavoro notevole ed estremamente interessante, uno spaccato della storia della nostra città che testimonia il definitivo passaggio da una sanità frutto della beneficenza di facoltosi e caritatevoli concittadini all’importante seppur incompleto tentativo di trasformarla in servizio di interesse pubblico.
Se qualcuno vuole ascoltare l’interessante conferenza può cliccare qui.
Senza pudore
