Archivio della categoria ‘La versione di B.’
Il podestà di Oppeano
L’opposizione si oppone? Allora la mandiamo democraticamente a casa …
Questo ha detto e fatto il sindaco di Oppeano nonchè vicecapogruppo leghista alla Camera, spalleggiato naturalmente dai suoi consiglieri, nessuno dei quali si è posto il problema se quanto votava aveva un senso logico e regolare…
I fatti li ha raccontati venerdì 4 marzo 2011 su L’Arena il sindaco onorevole Montagnoli concludendo “Quel ricorso (al Tar – ndr) non chiede la sospensiva e crea danni enormi. E’ il modo che contestiamo, non la libertà di fare opposizione”.
Quindi, se al sindaco di Oppeano non piace il modo dell’opposizione di fare opposizione (perché ha osato ricorrere al Tar su una contestatissima delibera), la maggioranza decide la destituzione della minoranza con la scusa che questa ha una lite pendente nei confronti del Comune! Bontà sua il sindaco precisa – vedi cosa vuol dire essere democratico – che l’opposizione ci sarà ancora perché entreranno a far parte del Consiglio i primi cinque non eletti…
A mio ricordo, ed ho una certa età, una cosa del genere non l’avevo mai sentita e vista ed è la dimostrazione di quanto siano degradati di questi tempi la vita politica e amministrativa nel nostro Paese.
Tre cose danno ulteriormente la misura di questo.
La prima è che ancora una volta un comportamento che piega le istituzioni all’autoritarismo di una maggioranza ignorante è giustificato con l’esigenza della sicurezza (“Il consiglio comunale ha deciso di cedere due aree non utili, tiene a sottolineare Montagnoli, e spesso occupate dagli zingari”).
La seconda che dopo l’infausta soppressione dei Comitati Regionali di Controllo, la legittimità delle delibere dei Consigli e delle Giunte comunali può essere contestata solo attraverso il ricorso al Tar, che tra l’altro costa quattrini.
La terza che in questo caso sembra svanita la funzione di controllo esercitata dagli uffici comunali, in particolar modo dal Segretario, che avrebbe dovuto consigliare il sindaco e sua maggioranza della illegittimità di una tale delibera.
A questo punto, la speranza del ripristino della legalità istituzionale è affidata alla Prefettura di Verona.
Speriamo in bene…
A proposito del traforo…un po’ di storia
Tutto ci saremmo aspettati ma che i contrari al traforo venissero impallinati dal 'fuoco amico' proprio no. E invece in questo inizio di millennio leggero ed etereo può effettivamente capitare di tutto.
Ai tempi di Zanotto la lega e i suoi epigoni facevano opposizione anche a se stessi pur di non far passare una delibera che fosse una. Con i media che andavano in solluchero nell'esaltare la bravura di Tosi ad inventarsi sempre nuove forme di filibustering pur di non far avanzare i lavori del Consiglio comunale.
Ora, alla prima vera prova, l’opposizione rappresentata dal Partito Democratico, dopo un inizio che faceva ben sperare non ha resistito e si è inventata (o le hanno suggerito) di tenere una posizione 'costruttiva' perché, insomma… "questi il traforo lo fanno e allora cerchiamo almeno di limitare i danni".
A questo punto giova ricordare che il traforo non è mai stato nei programmi di alcuna amministrazione comunale fino al 1994. La questione veniva agitata da gruppetti o da comitati collegati con la politica ma essendo stato chiaro a partire dagli anni ’60 che lo sviluppo della città era a Sud, non aveva e non ha alcun senso progettare e spendere fior di denari per realizzare un’opera pericolosa per l’integrità della collina veronese.
Ma si sa, a volte l’opinione pubblica si lascia abbindolare dalle “chimere miracolistiche” e pure le premia col voto. Quelli che hanno ora il potere ricambiano il regalo con fervida fantasia: basti vedere come è stata trattata la vicenda dell’hotel Lux e quale “mostro” è stato permesso di realizzare.
E fa tenerezza vedere come gli ambientalisti, colpiti dal fuoco amico, riprendano pari pari oggi le idee di coloro che a suo tempo avevano aspramente contestato…
Povera Italia, Povera Verona!
Scusate il ritardo ma ci sono voluti un bel po' di giorni prima di riuscire a rimettersi dalla sorpresa.
Veniamo al dunque.
Ad un cittadino veronese rincuorato e rassicurato che compra e sfoglia tutti i giorni “L'Arena” (giornale che da decenni rincuora e rassicura) non può essere presentata una prima pagina come quella del 30 gennaio. Trasecola, suda, si stropiccia gli occhi incredulo! Insomma, il rischio è quello di prendersi un coccolone!
Una copertina così sparata forse non l'abbiamo vista nemmeno sui giornali dell’opposizione più estremistica.
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Le cose non vanno meglio quando si entra nella pagina della cronaca veronese.
Un trafiletto titola “Settimana di liti ma la città vuole risposte”.
Finita l'ubriacatura delle cretinate come le ordinanze contro i panini sui gradini di Palazzo Barbieri e le ronde della sicurezza (che non si sa dove siano finite), si comincia a pensare a cose serie. Se “L'Arena” comincia a porre domande del genere, vuol dire che siamo alla frutta e che dopo quattro anni l'amministrazione leghista-popolista, magnificata a sproposito dai media e in particolare dal quotidiano locale, mostra concretamente i segni della mancanza di una qualsiasi idea sul futuro della nostra città.
Finchè si trattava di scherzare con i “sengali”, con gli “abusivi”, con i “clandestini” e via discorrendo le cose sono sembrate facili. Una parte della popolazione li ha seguiti docilmente e si è sentita protetta (da chi poi?), ma ora che la crisi morde buona parte della cittadinanza non serve a niente creare ipotetici nemici.
Servono idee, capacità di realizzarle e senso di responsabilità.
Tutte doti che fino ad oggi i nostri allegri amministratori hanno dimostrato di non possedere……
Il federalismo de noantri
Certo che per una forza politica come la Lega sempre in bilico tra il federalismo e la secessione (entrambe da operetta), non deve essere facile scoprire, dopo 10 anni di governo a Roma che la propria idea di federalismo, se pur c’è stata, deve fare i conti con l’idea di federalismo, se pur c’è, degli altri.
Ora che le carte si stanno scoprendo, pare che nessuno abbia una qualche idea di che cosa si dovrebbe fare in concreto per far sì che dopo anni di populismo a buon mercato si torni a impegnare la classe politica (ma esiste poi?) in un progetto organico di riforma dello Stato, avendo ciascuno il coraggio di parlare chiaro ad un Paese ormai in preda ad un disorientamento tale da far dubitare della tenuta delle Istituzioni.